Per spreco alimentare si intende generalmente quella parte di cibo che viene acquistata ma non consumata e che, quindi, finisce nella spazzatura. In un mondo in cui si parla di incrementare la produzione alimentare del 60-70% per nutrire una popolazione destinata a crescere sempre di più, uno dei paradossi più preoccupanti è costituito dallo spreco del cibo prodotto a livello globale. In Italia uno dei luoghi dove questo comportamento è molto frequente, è la mensa scolastica: si stima che nei pranzi scolastici si arriva a sprecare fino al 30% del cibo portato a tavola, tra le varie motivazioni le principali sembrano essere l’inappetenza o il poco tempo a disposizione per mangiare.
Tra i cibi più graditi dagli studenti sono presenti: gelati e dolci, pizza e pane, segue a distanza carne, frutta e pasta al pomodoro. I meno graditi invece sono le verdure cotte o la minestra, il pesce e le verdure crude, la pasta in bianco. Insomma un classico, i bambini si sa non sono famosi per apprezzare le verdure, ma al contrario preferiscono gli zuccheri . Solo un bimbo su dieci mangia tutti i cibi serviti a mensa, mentre due su cinque lamentano di non aver sufficiente tempo per mangiare. Di sicuro, la colpa non è delle qualità o delle quantità se è vero che due bambini su tre affermano che le porzioni sono equilibrate e il menù sufficientemente vario. Il cibo sprecato giornalmente varia dal 10% al 30%. Di questi solo una piccola parte, circa l’11%, verrebbe riciclata. Secondo l’86% dei docenti e dei rappresentanti genitori in Commissione mensa, i cibi avanzati vengono buttati.
Ovviamente quando si parla di spreco si finisce anche a parlare dei costi ,la media della spesa famigliare per la mensa è di 83 euro mensili nella scuola primaria , mentre è di 82 euro nella scuola dell’infanzia. Il Nord si conferma l’area geografica con le tariffe più elevate, in media 842 euro per nove mesi di mensa nella scuola primaria, e 841 in quella dell’infanzia; segue il Centro, 724 euro nella primaria e 704 euro nell’infanzia; più contenuti i costi al Sud con 644 euro nella primaria e 632 nell’infanzia.