Barattoli di conserva al mercato "Campagna Amica" al Circo Massimo, iniziativa promossa dalla Coldiretti, Roma 28 settembre 2012.
ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Cibo e ricordi: si torna dalle vacanze con un souvenir food

Non solo magneti per il frigorifero, dalle vacanze si torna quasi sempre con tipicità alimentari del luogo visitato. Lo fanno persino le first lady al G7 accompagnate da Brigitte Macron a Espelette, paesino basco celebre per il suo peperoncino. Anche il 42% degli italiani, secondo una indagine Coldiretti/Ixè, rientra in città con prodotti alimentari tipici come souvenir del luogo delle vacanze. “Quest’anno appena il 19% degli italiani torna a mani vuote dalle ferie, ma le difficoltà economiche ed una maggiore attenzione all’alimentazione spingono – sottolinea la Coldiretti -verso spese utili, con i prodotti tipici che vincono su tutte le altre scelte. Al secondo posto tra i souvenir – continua la Coldiretti – si classificano prodotti artigianali e a seguire gadget, portachiavi, magliette”. Tra le specialità più acquistate vince il vino, davanti a formaggi, salumi e olio extravergine d’oliva, ma va forte anche il “ricordo virtuale” con quasi un vacanziere su due (49%) che scatta food selfie per immortalare i cibi che ha mangiato al ristorante o preparato in cucina.

“La ricerca dei prodotti tipici è diventato un ingrediente irrinunciabile delle vacanze in un Paese come l’Italia che è leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa con 5155 Bandiere del gusto censite dalla Coldiretti, 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche, la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati (Ogm), 23mila agriturismo che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori in vendita diretta impegnati a custodire la biodiversità con i sigilli di Campagna Amica anche per salvare i prodotti a rischio di estinzione”.

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Street food, 156 imprese e +56%: esplode il mercato del cibo di strada

Lo street food, soprattutto negli ultimi 5 anni, è riuscito a conquistare sempre più sostenitori, tra i produttori e tra i consumatori. Nell’Isola, secondo i dati rielaborati dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte UnionCamere-Infocamere, nel 2018 le imprese registrate come “Attività di ristorazione ambulante” sono 156 e sono cresciute del 56% nell’ultimo quinquennio, contro un totale di 2.729 e una crescita media nazionale del +58,9%. Nel Sulcis queste attività sono 23, equivalenti a +15 attività rispetto al 2013.

A livello regionale, i dati raccontano di 38 attività gestite da under 35 nel 2018 (24,4% sul totale delle imprese) e di quattro imprese gestite da stranieri (2,6%). Tra le province, 56 sono registrate a Cagliari, 48 a Sassari, 15 a Nuoro e 14 a Oristano. Pani indorau, pani cun cipudda, pani cottu e pani frattau ma anche calamari e pesce fritto da passeggio, frittelline di gianchetti, hamburger gourmet, focacce e pizze. Senza dimenticare le decine di formaggi tipici, panini con gli insaccati tradizionali, e ancora panadas, focacce, pizzette sfoglia, culurgionis, sebadas. E ancora la fregula condita, i gnocchetti, i raviolini di ricotta oppure i più “trendy” prodotti gourmet bio o vegani di nuova concezione. Il tutto innaffiato con dell’ottima birra artigianale locale di Sant’Antioco e Carbonia.

“Tutto sempre con il massimo rispetto delle materie prime, delle regole sanitarie e delle tecniche di lavorazione tradizionali – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – oltre all’attenzione verso le esigenze alimentari dei consumatori che sono le caratteristiche principali delle nostre produzioni artigiane, da sempre riconosciute per la loro genuinità e specialità. Per questo il nostro plauso va all’International Street Food di San Giovanni Suergiu – continua – una manifestazione che è riuscita a unire il valore delle produzioni locali e il gusto del cibo da strada con la cultura gastronomica e la conoscenza delle imprese e delle attività dell’agroalimentare”.

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Fotografie a tavola, è mania: il Food Photography dilaga

Al ristorante ma anche in casa propria: si impiatta (un termine che prima di Masterchef nessuno mai pronunciava convinto), si sistema esteticamente e si scatta. E guai ad inforchettare prima che la foto lo abbia immortalato. E poi, ovviamente, si socializza su Instagram. Si chiama ‘food porn’ e da anni è un’attitudine di molti, popolare sui social, una tendenza fotografica – lo scatto della ricetta eseguita – diventata vero e proprio genere. Se poi il piatto è anche buono è quasi secondario, importante è che sia bello. Sul “Food Photography” è stato organizzato da WMF un workshop a Milano.

Ecco i 5 consigli per un perfetto scatto food:

1. Disponi: ciò che è bello da vedere con grande probabilità sarà anche buono. Oltre allo smartphone puoi usare strumenti extra e poco costosi come un cavalletto, delle luci led (o una lampada da tavolo) e magari anche un pannello bianco (basta un foglio bianco pieghevole)
2. Componi: cerca inquadrature ricche di particolari e osa punti di vista inediti, per esempio di lato o un meno originale ma sempre piacevole inquadratura dall’alto. Prima dello scatto usate con lo smartphone o con la vostra macchina, la funzione griglia che vi aiuterà a scegliere l’angolo migliore.
3. Scatta: bilancia il bianco per dare più naturalezza all’immagine. Giocate sui contrasti, soprattutto con luce naturale. Se scatti in luoghi chiusi e con poca luce usa una base per poggiare il tuo smartphone e utilizza il timer per evitare il micromosso.
4. Elabora: scattate con camera nativa o al più con la funzione “pro” di Lightroom , poi potreste usare applicazioni come vsco, snapseed, VSCO o proprio lightroom per migliorare le vostro foto.
5. Condividi: una volta che hai lo scatto pronto ricorda sempre di contestualizzarlo con un testo. Non dovrà mancare un hashtag. Una volta condiviso lo scatto non dimenticare di interagire rispondendo ai commenti e magari avvia una conversazioni con quanti il tuo stesso hashtag, potresti ricevere consigli per migliorare ancora.

Da un’indagine di WMF,  condotta tra 800 internauti italiani emerge che fare foto ai piatti è una pratica praticamente di tutti (91% degli intervistati). Ma quali sono i momenti dedicati al cibo che gli italiani preferiscono immortalare in uno scatto? I piatti pronti (81%), ancora immacolati, sono i soggetti preferiti per gli scatti dei food lovers, seguiti dalla preparazione (63%) con bella mostra di ingredienti e di strumenti. Mentre, mostrare le proprie abilità ai fornelli durante la cottura è motivo di selfie solo per il 47% del campione. Infine, i momenti più goderecci, mentre si mangia (21%) o si brinda (36%). A proposito di ingredienti e piatti, a farla da padrona è la pizza, fotografata almeno una volta dall’85% del campione dell’indagine. A seguire Sushi (66%), Pollo (61%), Insalata (57%), Pasta (51%), Burger e panini (46%), Uova (39%), Bistecca (27%) e Avocado (23%).

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“Esaurimento estivo”? Ecco come sconfiggerlo a tavola con 10 consigli

Contro il “Natsubate” a tutta frutta e verdura. Cosa è il ‘natsubate’? Letteralmente significa “esaurimento estivo” e nasce dall’unione delle parole giapponesi “natsu”, ovvero estate, e “bate”, ossia essere esausti: un concetto utilizzato dagli scienziati nipponici per indicare una condizione fisica di spossatezza causata dalla torrida estate che può portare anche disidratazione, crampi e colpi di calore. Tutto già vissuto ma ora aggiungiamo un termine nuovo al vocabolario!

Come combatterlo? Dieta corretta e in piccoli pasti che possano fornire la giusta dose di energie e nutrienti durante la giornata. Come riportato da Forbes e confermato da uno studio pubblicato dalla CNN, l’aggiunta di uno spuntino a metà mattina e a metà pomeriggio aiuta a soddisfare i fabbisogni energetici giornalieri. Inoltre, come emerge da una ricerca condotta dalla School of Psychology dell’Università di Cardiff, i benefici di questa dieta, che in Italia prende il nome di “regola dei cinque pasti”, produce effetti positivi non solo sul corpo ma anche sullo stato mentale, riducendo il rischio di ansia, depressione e stress emotivo.

Quali sono quindi le caratteristiche dello spuntino estivo perfetto? Fondamentale è pianificare i pasti a intervalli di almeno 3 ore, assumere alimenti ricchi di nutrienti come frutta e prodotti integrali e scegliere snack con un apporto calorico non superiore al 10% del fabbisogno giornaliero. Largo quindi a carboidrati integrali ricchi di fibre, frutta idratante come anguria e melone, fonti di energia di rapido utilizzo, e yogurt freschi ricchi di proteine, vitamine e minerali. Meglio fare a meno di alcol, caffè, insaccati, cibi ricchi di sale o in salamoia.

Ecco i 10 consigli degli esperti per battere la stanchezza estiva a tavola e a merenda:

1. MAI SALTARE I PASTI: il corpo ha bisogno di energie, soprattutto d’estate quando caldo e afa portano adulti e bambini a spenderne di più.
2. DUE SPUNTINI AL GIORNO TOLGONO LA STANCHEZZA DI TORNO: colazione, pranzo e cena devono essere integrati da due snack per soddisfare il fabbisogno energetico e assimilare più nutrienti.
3. RICARICATI OGNI TRE ORE: i pasti, snack inclusi, devono essere intervallati da pause di almeno tre ore per mantenere stabili i livelli di zuccheri nel sangue ed evitare attacchi di fame.
4. OCCHIO ALLE CALORIE: snack con un apporto calorico superiore al 10% del fabbisogno giornaliero possono peggiorare la salute in particolare dei bambini esponendoli al rischio di obesità.
5. GIUSTI NUTRIENTI, GIUSTA ENERGIA: nutrienti fondamentali per non esaurire le energie durante l’estate sono in particolare glucosio, potassio, calcio, magnesio, carboidrati complessi e antiossidanti.
6. TANTA ACQUA È L’ABC: restare idratati è essenziale per assicurarsi che le reazioni chimiche cellulari avvengano correttamente e che la pressione arteriosa non scenda troppo.
7. LEGGEREZZA È LA PAROLA D’ORDINE: in tavola e a merenda non devono mai mancare prodotti freschi e di facile digeribilità come frutta, infusi, latte, verdura, noci e mandorle.
8. LARGO AI PRODOTTI INTEGRALI: comprare alimenti integrali come grissini e fette biscottate ricchi di fibre e di carboidrati complessi.
9. RESISTI ALLE TENTAZIONI: alimenti grassi, zuccherati o eccessivamente salati e bevande alcoliche favoriscono la disidratazione e rallentano la digestione. fa portano adulti e bambini a spenderne di più.
10. SPAZIO ALLA FANTASIA: diversificare la dieta includendo una vasta gamma degli alimenti ed evitando così di ricadere nella monotonia.

Stanchezza, sonnolenza e difficoltà a concentrarsi sono solo alcuni dei problemi causati dall’afa, e sono in particolare i più piccoli a soffrire. Durante l’estate infatti i bambini tendono ad aumentare il dispendio di energie pur dimostrando un minor appetito rendendo la merenda, buona abitudine imparata a scuola, un pasto fondamentale. La stessa regola vale anche per gli adulti e in particolare per i lavoratori che per mancanza di tempo tendono a saltare i pasti, a mangiare senza alzarsi dalla scrivania e ad abbuffarsi di zuccheri e caffeina ignorando che benessere e successo professionale dipendono anche da una corretta alimentazione. È quanto emerge da uno studio condotto da Espresso Communication per scoprire le migliori abitudini alimentari da adottare in estate.

“Due spuntini al giorno sono un aiuto fondamentale sia per grandi sia per piccini, purché non rappresentino più del 5-10% del fabbisogno calorico giornaliero – spiega la dott.ssa Valentina Schirò, biologa nutrizionista e specialista in Scienza dell’Alimentazione – Per entrambe le età la caratteristica essenziale è che la merenda estiva sia idratante, remineralizzante, dissetante ed energetica, così da poter sostenere l’organismo e mantenerlo in uno stato di buona salute”. I bambini tuttavia richiedono una maggiore attenzione nella scelta degli snack: “Per i piccoli la merenda deve avere anche un ruolo educativo – sottolinea il dott. Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista presso l’Università Campus Biomedico di Roma – Quindi vanno bene ogni tanto i gelati, ma solo se vengono alternati o associati alla frutta fresca e al latte”. Gli snack da intervallare ai pasti devono quindi essere scelti con cura per garantire l’assunzione di tutti i micro e macronutrienti necessari. E il mercato si adegua: dice Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor presentando i  Vitastick, una linea specifica di grissini e snack per i più piccoli, composta da leggeri mini snack privi di grassi idrogenati, OGM e conservanti chimici, e gli Integrali, grissini croccanti, gustosi e ricchi di fibre che restituiscono energia e garantiscono maggiore leggerezza”. La dott.ssa Paola Chiari, dietista a Cremona, spiega: “Il segreto per rimanere sani durante la stagione estiva è seguire un’alimentazione ben frazionata in pasti durante la giornata e qualitativamente sana che preveda l’utilizzo di molta acqua, sali minerali, vitamine e pigmenti”.

Come aggiunge il dott. Piretta, perché sia grandi sia piccini riescano a vincere lL’effetto Natsubate, sono numerosi i nutrienti indispensabili all’organismo: “Quando le temperature aumentano il corpo necessita del glucosio per dare combustibile alle cellule, del potassio per garantire la corretta trasmissione degli impulsi nervosi, del calcio e del magnesio per favorire la concentrazione muscolare e togliere il senso di stanchezza. Ma il nutriente più importante rimane l’acqua, senza cui non possono verificarsi correttamente le reazioni chimiche cellulari e la pressione arteriosa rischia di scendere troppo”. Parere condiviso dalla Dott.ssa Schirò che aggiunge all’elenco anche i carboidrati complessi, necessari per donare energia e gli antiossidanti, fondamentali per contrastare l’azione dannosa dei radicali liberi che si formano in condizioni di stress. A questi nutrienti la dott.ssa Chiari associa anche l’importanza dell’azione di elettroliti come sodio, potassio e vitamine in grado di equilibrare il rapporto idratazione-sudorazione.

“La soluzione ideale è scegliere frutta, prodotti integrali e infusi, cibi freschi e leggeri che non richiedono lunghi tempi di digestione e preparazione – afferma la dott.ssa Schirò – Consiglio di evitare cibi e alimenti zuccherati, grassi e alimenti ad alto contenuti di sale come patatine e cibi in salamoia”. Dello stesso parere è anche il dott. Piretta: “In tavola così come a merenda non possono mai mancare grissini e fette biscottate, latte, melone, frutti di bosco, pesche, albicocche, banane, pomodori, zucchine, noci, mandorle e un po’ di cioccolato e biscotti se non si soffre di obesità o diabete. Di fondamentale importanza è evitare diete drastiche in vista della prova costume e non cadere nella monotonia della dieta”. Ma non è tutto, per la dott.ssa Chiari “Andrebbero evitati gli alimenti che svolgono un effetto-spugna sull’organismo, ovvero quelli che disidratano assorbendo acqua, come caffè, cibi raffinati e alcolici”.

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L’acqua come il vino: 7 consigli per gli abbinamenti perfetti

L’acqua come il vino. Un bene prezioso, da degustare per apprezzarne ogni singolo aspetto: una nuova cultura mira a restituire all’acqua in bottiglia la stessa dignità del vino. “L’esperienza di degustazione dell’acqua coinvolge tutti i sensi: la fisiologia dell’olfatto, del gusto, della vista, sapore, profumo e aroma”, spiega Stefania Santini Simoncelli, l’idrosommelier partner del progetto “Water like Wine”, promosso da Acqua Filette, una delle acque più pure al mondo. “Ecco perché è così importante educare il consumatore a distinguere ogni caratteristica organolettica dell’acqua per abbinarla agli alimenti e ai vini con scelte mirate”.

Ad ogni acqua una personalità speciale
A influire sulla personalità dell’acqua e sul suo gusto sono in gran parte la diversa mineralizzazione e il diverso pH, insieme alla percentuale di anidride carbonica disciolta, che influenzano la percezione al palato. Da questi e altri fattori derivano anche i quattro gusti base dell’acqua minerale: tendente al salato, all’acido, al dolce e all’amaro; gusti che il palato allenato di un idrosommelier distingue e identifica facilmente.

Un percorso sensoriale
Affinando la sensibilità del consumatore, l’idrosommelier ne orienta le scelte, anche a tavola. Ecco perché nei migliori ristoranti, sia in Italia che all’estero, sta diventando una consuetudine trovare, oltre alla carta dei vini, la carta delle acque minerali.

Ma quali sono i consigli per imparare a degustare l’acqua, educando il palato?
L’acqua va centellinata e degustata con grande attenzione, coinvolgendo tutti i sensi e tenendo sempre presenti alcuni importanti parametri. In una Top 7 i consigli dell’idrosommelier Stefania Santini Simoncelli:

1. utilizzate un bicchiere extra bianco, facendo attenzione alla temperatura:
Il primo step per la degustazione è versare l’acqua in un bicchiere in vetro extra bianco – basso per un’acqua minerale piatta, con calice per acqua effervescente o addizionata – per esaminare la purezza del liquido e la sua texture. Da ricordare, inoltre, che il bicchiere influisce sulla temperatura dell’acqua: per un’acqua con bolla sono richiesti almeno 2 gradi in meno per E la temperatura di servizio? L’acqua minerale piatta andrebbe servita fra gli 11 ed i 13° C, mentre quella frizzante fra gli 8 ed i 10° C.
2. fate un’analisi visiva dell’acqua per valutarne la limpidezza, l’effervescenza e la persistenza della bolla
3. non dimenticate l’esame olfattivo per valutare la presenza di eventuali odori anomali
4. attivate le papille per l’esame gustativo attraverso il quale potrete cogliere i quattro gusti principali di ogni acqua:
l’acidità data dal PH, se inferiore a 7, e dalla presenza di anidride carbonica
la sapidità data dalla presenza di solfati e bicarbonato,
il dolce dato da un maggior livello di PH e dalla presenza più o meno di calcio
l’amaro dato dal Magnesio.

5. l’importanza del residuo fisso:
il residuo fisso indica il contenuto di sali disciolti dopo l’evaporazione di 1 litro d’acqua a 180 gradi. In commercio si trovano quattro tipi di acqua classificate proprio in base al residuo fisso: quella poco mineralizzata, in cui il residuo fisso non supera 50 mg/litro; quella oligominerale, con un residuo fisso inferiore a 500 mg/litro; quella medio-minerale con residuo fisso tra 500 e 1.500 mg/litro. E infine c’è l’acqua ricca di sali, con residuo fisso superiore a 1.500 mg/litro, da assumere preferibilmente sotto controllo medico.

Il consiglio in più:
Secondo l’Ordine Nazionale dei Biologi si possono considerare ottimali le acque oligominerali che hanno un residuo fisso compreso tra 200 e 300 mg/l, acque né troppo ricche né troppo povere di sali minerali. E ancora: se volete combattere ipertensione e ritenzione idrica, la presenza di sodio dovrebbe essere inferiore a 20 mg/l.

6. l’acqua giusta esalta i sapori dei cibi: sceglietela per analogia o per contrasto:
affinchè l’acqua possa predisporre il palato a degustare al meglio i sapori delle diverse pietanze è importante abbinarla ai diversi cibi per analogia o per contrasto.

Qualche esempio?
Un cibo dal sapore delicato verrà associato ad un’acqua con poco residuo fisso (acqua oligominerale) per non coprire il sapore del piatto. Viceversa, un piatto strutturato e molto grasso avrà bisogno di un liquido che deterga la bocca ed il palato che per contrapposizione può essere svolto dalla presenza in acqua di un elevato residuo fisso (acqua minerale) e dalla presenza di anidride carbonica.

7. E, infine, alcuni abbinamenti sfiziosi:

Antipasti leggeri, verdure o pesce al vapore, pasticceria secca e gelato sono il match ideale se gustati sorseggiando acqua piatta oligominerale Carne e pesce (primi piatti e secondi): se si tratta di pietanze molto ricche di condimenti e grassi, la scelta ideale è un’acqua minerale effervescente; se si tratta di piatti leggeri, meglio un’acqua oligominerale leggermente effervescente Formaggi e affettati: se freschi, l’abbinamento perfetto è con acqua oligominerale piatta o leggermente effervescente; se stagionati, con acqua minerale oppure oligominerale effervescente i Dessert cremosi sono ideali se accompagnati da acqua oligominerale effervescente

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La migliore pizza del mondo? La fanno a Caserta

Per il terzo anno consecutivo Pepe in Grani di Franco Pepe a Caiazzo in provincia di Caserta si conferma la miglior pizzeria d’Italia e del mondo. Tuttavia quest’anno si è diviso il podio con I Masanielli di Francesco Martucci a Caserta. Il casertano ruba quindi ancora una volta il primato di miglior pizza a Napoli secondo la Top Pizza 50, la prima e più importante guida on-line di settore che lo scorso 23 luglio, nel corso della sua terza edizione, ha premiato a Napoli, in una serata al teatro Mercadante, le migliori 50 pizzerie d’Italia e del mondo. Il terzo posto è andato invece a 50 Kalò di Ciro Salvo a Napoli.

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Prova costume? Attenti alle diete lampo! Limone, riso o banana, non sempre funzionano

I consigli degli esperti in questi giorni di caldo pre-partenza per chi vuole perdere qualche chilo e mettersi in forma per la prova costume modificando le abitudini a tavola. Negli ultimi tempi se ne leggono molte su social e giornali: c’è la dieta del limone, che promette di far perdere 3 chili in una settimana. Quella del riso e quella della banana, inventata da una farmacista giapponese, che suggerisce di iniziare la giornata mangiandone una. Queste diete funzionano? Le risposte in un dossier sul portale “Dottore ma è vero che?” della Fnomceo, Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri.

Per la dieta del limone “le parole chiave sono ‘potere drenante’, effetto detox, contrasto alla ritenzione idrica. Il limone è onnipresente, spremuto in acqua tiepida al mattino e sopra ai 5 frutti rossi a colazione o come condimento dell’insalata di legumi a pranzo e del pesce magro a cena. Poi, l’acqua riscaldata chiuderà una giornata dieteticamente da dimenticare”.

Per la dieta del riso, con carne bianca e verdure, va ricordato che “il riso non è di per sé un alimento che facilita il dimagrimento”. “Una determinata porzione di riso fornisce in sostanza le stesse calorie di una analoga porzione di pasta – spiega il nutrizionista Marcello Ticca – il problema sono i condimenti”.

La dieta della banana pone un interrogativo: “§Come si fa a stabilire quando si è sazi all’80%?”. Alcune diete rapide possono avere un effetto, perché motivano a mangiare meno. “Il risultato – aggiunge Ticca – può anche essere perdere peso, non necessariamente tessuto adiposo. Specialisti seri concordano che un corretto regime dimagrante debba essere costruito per determinare un deficit energetico quotidiano di circa 700-800 chilocalorie, 1.000 al massimo. La perdita di peso oscillerà fra mezzo chilo e un chilo a settimana”.

E il digiuno? Un giorno non fa male da sani. “Ma se si deve protrarre più a lungo” spiega Eugenio Del Toma, presidente emerito dell’Associazione italiana di dietoterapia e nutrizione “le cose cambiano radicalmente”. La migliore strategia è quindi programmare. Uno specialista coscienzioso proporrebbe “solo dimagrimenti lenti, non più di 3-5 chili ogni mese”.

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Vitamina B12, ecco perché non deve mancare mai. Mettete a tavola pesce, crostacei, carne

Vitamina B12, non se ne parla molto eppure è fondamentale per il nostro organismo, che la produce per aiutare a mantenere in salute globuli rossi e cellule nervose. Serve anche a sintetizzare il DNA e per questo va assunta, attraverso il cibo,per poi essere rilasciata e assorbita nel flusso sanguigno.

La vitamina B12, o cobalamina, protegge il sistema nervoso, il sistema circolatorio, il sistema immunitario e in più sviluppa i muscoli e fa bene a capelli e pelle. Alcune persone rilevano una mancanza di questa vitamina e spesso questo può dipendere da una dieta sbilanciata senza proteine animali, oppure dalla celiachia.

Sono gli anziani a soffrirne maggiormente e per questo è fondamentale seguire una dieta bilanciata.

E allora via libera ad alcuni alimenti sulla tavola che sono ricchi di vitamina B12: pesce, crostacei, carne e prodotti caseari. Gli alimenti vegetali non contengono invece vitamina B12.

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Attenti alle bibite zuccherate, aumenterebbero rischio tumori

Bere molte bibite zuccherate potrebbe aumentare il rischio di cancro: è la conclusione di uno studio francese svolto alla Sorbona e pubblicato sul British Medical Journal. Lo studio ha coinvolto oltre centomila persone tutte sane all’inizio della ricerca. Tutti i partecipanti hanno compilato dettagliati questionari alimentari e sono stati suddivisi in base al consumo di bibite di vario tipo, bibite zuccherate, succo di frutta al 100%, bibite dietetiche con dolcificante artificiale. Nel corso del periodo di osservazione sono stati diagnosticati oltre 2000 casi di cancro. Gli esperti hanno stimato che per ogni 100 millilitri in più di bibite zuccherate consumati ogni giorno il rischio di sviluppare un tumore sale del 18% e in particolare sale del 22% il rischio di sviluppare un cancro al seno.
In passato l’elevato consumo di bibite è stato correlato al maggior rischio di malattie metaboliche quali il diabete e l’obesità. Queste malattie sono a loro volta collegate a rischio di cancro, spiega l’esperta: potrebbe dunque essere spiegata con questo collegamento l’associazione trovata tra consumo di bibite zuccherate e tumori, conclude l’epidemiologa.

 

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Consigli anticaldo per dormire bene nelle notti d’estate

Estate, che caldo, soprattutto di notte! Quando l’afa la fa da padrona e il calore non diminuisce nemmeno di notte, ecco che le buone abitudini anche alimentari ci vengono in aiuto. Con qualche piccolo consiglio possiamo aiutare il sonno e svegliarci, per quanto possibile, belli freschi!

Primo consiglio, ricordate di cenare, anche con un pasto completo, basta però non esagerare e che gli ingredienti siano freschi. Bene pane, pasta e riso, ma aggiungete l’insalata mista in cui inserire cipolla e aglio che hanno effetto sedativo. Se volete optare per un’insalatona bella ricca, sì alle uova sode che contengono il tritofano, amminoacido che attiva la serotonina, che è la responsabile del nostro buonumore e del rilassamento.

Condimenti e intingoli? Con parsimonia per riposare belli freschi! Poche spezie perché oltre a scaldare sono stimolanti e potrebbero essere causa di un addormentamento tardivo, piano anche con il sale, soprattutto se contenuto in alimenti confezionati. Sono stimolanti anche caffè e alcolici, e questi ultimi scaldano l’organismo causando fastidiose sudate nelle notti d’estate.

Ultima dritta: un bel bicchiere di latte fresco prima di addormentarsi, come dicevano le nostre nonne, aiuta a rilassarsi e ad addormentarsi prima.

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Yoga a tavola, il cibo in armonia con la natura

Lo yoga è il nuovo toccasana, la via per la felicità. La pratica antica non è mai stata così popolare in Occidente come da qualche anno, una tendenza spirituale, sportiva, filosofica. Il 21 giugno si celebra per la quinta volta la Giornata internazionale dello Yoga, lo stesso giorno del solstizio d’estate, ovvero il giorno dell’anno in cui il sole raggiunge il punto più alto rispetto all’orizzonte e che regala la giornata con più ore di luce. Il Solstizio d’estate, rappresenta idealmente la vittoria della luce su ogni resistenza ed oscurità e un momento di forte rigenerazione cosmica. Proprio per questo ‘il saluto al sole’ è una delle posizioni classiche dello yoga. Lo Yoga é diventato uno stile di vita. Nel mondo ci sono milioni di praticanti e i benefici per la salute sono diventati una panacea per ridurre ansia e stress, migliorando la pace interiore. Ecco così che questa millenaria pratica per il benessere fisico e spirituale è diventata una risorsa per tentare di vivere meglio il contemporaneo. E magari anche per stare meglio a tavola.

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Ed Sheeran pazzo per il Ketchup, vuole fare da testimone per il brand

Il ketchup gli piace talmente tanto che si è tatuato la marca della sua salsa preferita su un braccio. Dopo averlo chiesto in un ristorante stellato, con grave disappunto dello chef, Ed Sheeran – in concerto il 19 giugno allo stadio San Siro, a Milano, nuova tappa del tour dopo Firenze e Roma  – ha capito che era ora di far qualcosa per sdoganare il condimento da patatine fritte fuori dai fast food. Ha contattato la Heinz, gli ha proposto di diventare loro testimonial e interprete dello spot in cui racconta le sue disavventure nei locali a 5 stelle. Ora, per il suo arrivo a Milano, il superchef Andrea Berton ha allestito nel suo ristorante una teca da aprire ‘In case of Ed’ che contiene, ovviamente, l’amatissimo ketchup. Non un qualsiasi Ketchup, ma le bottiglie ufficiali di Edchup, nate dalla fusione di Ed e Heinz TK in una emoji. Le prime 150 bottiglie di Edchup  sono state lanciate nel Regno Unito, più precisamente a Framlingham, città natale di Ed nel Suffolk, nei tre ristoranti take away preferiti del cantante: il Rumbles Fish Bar, lo Zorbas e il Pizza and Grill. Per salutare l’arrivo della popstar inglese e del suo ‘Divide tour’, Berton ha anche ideato un piatto in suo onore, la “Pancetta di maialino con panizza e Ketchup Inserisci didascalia Heinz” che sarà nel menù fino al 30 giugno.