È una torta salata rustica che appartiene alla gastronomia trentina. Il suo nome significa “schiaccia fame” e in effetti, coi suoi ingredienti sostanziosi, è perfetta per placare l’appetito. Tipico della tradizione carnevalesca, viene servita come corposa merenda, come antipasto o come piatto principale, in tal caso spesso accompagnato da un’insalatina di tarassaco, meglio conosciuto come ‘dente di leone’, una pianta comune dai grossi fiori gialli e dalle proprietà depurative che ben controbilanciano le qualità piuttosto ‘pesanti’ dello Smacafam! Altro contorno tipico: i crauti, che sono fermentati e dunque benefici alla digestione.
Appena sfornato, caldo caldo, è una vera delizia. Ma ancor di più, il giorno dopo, come si usa dire in dialetto: “ancòi e per doman“ (d’altra parte ciò è vero per tutte le torte salate: con il passare delle ore i gusti dei vari ingredienti si amalgamo sempre meglio e quello d’insieme ne viene esaltato).
Passiamo gli ingredienti dello Smacafam. Innanzitutto la lucanica, orgoglio trentino, è il salume che si trova ogni casa contadina (e non contadina!) Ha un gusto delicato e speziato e tantissime varianti – in alcune valli quella stagionata si produce con carne di cavallo, di capra e persino di struzzo (Valsugana). La lucanica fresca è protagonista di molte delle ricette regionali più popolari, a partire dai canerderli per arrivare allo Smacafam, appunto. Altro ingrediente particolare è la farina di grano saraceno. Alcune versioni dello Smacafam utilizzano solo la farina di grano tenero, ma quella con grano saraceno è più saporita e salutare. Questo “pseudo cereale”, infatti, ha davvero molte proprietà benefiche, tra cui quelle antiossidanti e antinfiammatorie. Sapete qual è l’organo che nel corpo umano ne beneficia dipiù? Il pancreas, una ghiandola molto importante annessa al nostro apparato digerente.