Un dolce emiliano molto antico e molto amato, diffuso soprattutto nelle province di Bologna e di Reggio Emilia. I preparava tradizionalmente in occasione della Decennale Eucaristica, festa esclusivamente della città di Bologna, dove è comunemente detta Festa degli Addobbi, ossia la festa solenne della Comunità Parrocchiale al “Corpo di Cristo” nell’Eucarestia. La solennità del Corpus Domini (“Corpo del Signore”) è una festa di precetto, chiude il ciclo delle feste del periodo post Pasqua e celebra il mistero dell’Eucaristia istituita da Gesù nell’Ultima Cena. In questa occasione, fin dal Quattrocento, le finestre delle case bolognesi venivano addobbate con drappi colorati e si usava preparare questa torta di riso da offrire agli ospiti, dato che le case dei parrocchiani erano aperte per l’occasione. Questa festa veniva celebrata ogni 10 anni nelle parrocchie in città, mentre in campagna ogni paese veniva diviso in 4 quartieri e ogni quartiere festeggiava una volta ogni 4 anni, a rotazione.
La torta era ed è rigorosamente tagliata a rombi, o meglio a losanga, una forma simbolica, simbolo dell’energia e del sacro femminile.
Anche se gli ingredienti variano di famiglia in famiglia. Mia nonna che era emiliana usava per esempio la Strega come liquore, mentre a Modena usano il Sassolino, a base di anice stellato, o ancora al posto del liquore di mandorla amara, più difficile da trovare e consumare, molti usano il liquore all’amaretto (ma in tal caso è meglio non aggiungere gli amaretti nell’impasto).
La base è sempre quella: riso e latte. Si tratta dunque di un dolce senza farina e senza lievito, dagli ingredienti sani e il sapore antico.
Che vino è consigliato insieme a questo dessert? Un Sauvignon dei Colli Bolognesi.